La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
corpo. In quella sera, ei centellava il riposo dopo l'onesta fatica, aspirando le pingui àure de' suòi ovili ed il fienoso effluvio delle campagne, seduto
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
padre e di una agonìa ... Balzài ... Come in un sogno, corsi alla casa natia, implorài di vederlo. Era la prima volta, dopo tanti anni, che comparissi
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
ogni macchia, all'aqua di vita - Scoppiò un altro grido: viva il Raccagna! - E lì - a sganasciare e a cioncare. Abbuja. Due ore dopo, leggero il
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
dilungava da' suòi compagni di anni e, oh felici! di giuoco, e s'internava nella solinga boscaglia, un fior dopo l'altro, come la speme. Lampo, il
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
bujo ancora del sonno, a trovarsi, dopo le imaginate lusinghe di una libertà senza fine, misurata la vista e il respiro, il piede tra i ceppi, e tra i
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
qualche cosa lì presso, il pudore. Nè osàvano pur di contarsi. Poi, quando Aronne, dopo di averli con una ràpida occhiata sorrasi, disse: èccoci tutti